sabato, gennaio 29, 2005

Diritti umani in Europa?

Anche se l'Ue si presenta come campione di ‘human right’, la porgettata introduzione di una green card stile Usa e uno schiacciante rapporto dello Human Rights Watch suggeriscono tutt’altro. L'Unione Europea è “fondata sui principi di libertà, democrazia, rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali, e sulla certezza del diritto, principi comuni a tutti gli Stati membri”. Inoltre, per entrare nell’Ue, un paese deve non solo esser firmatario della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, ma deve anche dimostrare piena aderenza a tali valori. Eppure il rapporto della scorsa settimana curato dallo Human Rights Watch (HRW), che critica la politica di immigrazione Ue e la legislazione anti-terrorismo, mostra bene quanto teoria e pratica nel campo di diritti umani vadano poco d’accordo, e suggerisce a parecchi paese di cominciare a riconoscere queste disparità. Nel triennio seguito all’11 Settembre, un rinnovato clima di paura ha dato carta bianca alle amministrazioni europee per derogare ai più fondamentali tra le libertà ed i valori democratici: l’arresto senza limiti temporali di stranieri sospettati di terrorismo in UK e l'uso in Spagna di celle d’isolamento. Accanto alla 'guerra al terrore', la risposta reazionaria da parte di alcuni stati verso i flussi migratori – risposta invariabilmente fomentata dai media popolari – ha visto, ad esempio, l'espulsione di immigrati libici dall’Italia senza un previo corretto accertamento delle loro domande d’ingresso, e restrizioni estreme all'immigrazione in Olanda. I leader politici devono comprendere che quando si gioca con i diritti e con la democrazia, le azioni risuonano ben più delle belle parole, ed anche la retorica della grandeur euroepa su certi temi appare sfocata.C’è da sperare che l'inclusione della Carta dei Diritti Fondamenlai all’interno della Costituzione (se adottata) possa dare all’Ue una ‘cultura’ dei diritti umani ben più tangibile. Sembra tuttavia sempre più improbabile che ciò si verifichi. Fin dalla sua adozione a Nizza, la Carta è rimasta giuridicamente ambigua e, considerato il numero di sospensive e di deroghe, non è azzardato prevedere nel tempo una frammentazione dello standard di aplicazione dei diritti umani. Noi dobbiamo invece assicurare che i diritti umani non siano una supposizione politica o una preoccupazione intellettuale dell’intellighenzia di sinistra.

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